top of page

stasera sono in vena

 

Io sono qui! Sono vivo!

Dopo aver passato una stagione all'inferno, dopo aver attraversato la bruttura che cambia le linee del volto, le rende dure e sinonimo di dolore.

Il dolore che si nasconde in ogni piega del corpo, il dolore che detta le azioni da compiere proprio per sottrarsi a quel dolore. Un dolore fisico prima di tutto, un dolore che conforta e ci distrae da un dolore ancora più grande, quello della nostra anima, quello del nostro spirito che non trova collocazione nella società. Quello del nostro sentirsi sempre inadeguati, fuori luogo.

Ed é qui che prima di tutto fa breccia l'idea di una "Panacea per tutti i mali", una medicina che ci tolga dall'imbarazzo di vivere, è qui che fa il suo ingresso trionfale ed incontrastato "la droga".

Chiaro, ognuno poi ha la sua preferita, la sua prediletta... Ma tutte un unico comun denominatore: toglierci a noi stessi sottolineando la necessità di appartenerci.

Stasera sono In vena è uno spettacolo ironico e amaro al tempo stesso, in cui racconto parte della mia adolescenza  in Puglia, negli anni Ottanta: sono gli anni in cui si è formata la Sacra Corona Unita, organizzazione che ha allargato i suoi settori di investimento scoprendo che il disagio umano è una delle cose che in assoluto rendono di più sul mercato.

Un racconto semplice sul piano-sequenza di una terra che decide di cambiare direzione, di appropriarsi del proprio male. Si sorride delle vicende del protagonista dall'inizio alla fine, tranne che in alcune fratture che interrompono la narrazione, ci ricordano che quello di cui stiamo parlando è vero, è già successo, e buttano una luce sinistra sulla situazione di oggi: il mercato delle droghe performative, come la cocaina, genera introiti che superano il Pil di alcune nazioni come la Spagna o la stessa Italia.

produzione la corte ospitale
progetto luci matteo gozzi

calendario

Dalla rassegna stampa

 

“Oscar De Summa è bravissimo come autore ma anche di più come attore per come è uscito dai binari del teatro narrazione: solo nella scena vuota, seduto su un amplificatore, davanti a un microfono che usa in modo espressivo, non fa un monologo, ma restituisce un racconto a più personaggi e più lingue, dall’italiano al dialetto, come fosse dieci attori…”

Anna Bandettini, La Repubblica

 

“C’è prima di tutto un racconto, un racconto blues. E allora, cantando di gusto e di cuore grandi classici del rock, prendono corpo come improvvisi i volti e le azioni di personaggi dai caratteri esclusivi. […] Si ride molto, dietro alle peripezie di adolescenti pugliesi in perenne alterazione, eppure ci sono scene di grande intensità tragica, come quella dell’estasi, con la luce arancio-ramata e il movimento come a nuotare nell’aria, o l’amarissima scena di un’astinenza senza limiti di umiliazione. …

Si chiude, uno spettacolo ricco e divertente. Eppure qualcosa non quadra, se non si riesce ad alzarsi dalla sedia, se qualcosa fa rimanere lì come appena intossicati da un respiro imprevisto: è una di quelle sere in cui decade il concetto di “dopoteatro”, in sala resta un silenzio che pesa, sulle vite vissute e quelle perdute”.

Simone Nebbia, Teatro e Critica

 

Con questo spettacolo De Summa va finalmente alla radice più profonda della sua ricerca, rimestando in una materia autobiografica che risale agli anni ottanta, al prendere piede della Sacra corona unita in Puglia e all’esplosione del mercato della droga, passando per le vite distrutte che questo comporta. Eppure si ride, e molto.

De Summa è un attore straordinario, tra i più bravi della sua generazione, e in questo lavoro dà sfogo alle sue capacità interpretative passando da un personaggio all’altro: caricature, macchiette, ruoli similscespiriani, interpolando ogni figura nel flusso della narrazione.

Graziano Graziani, Internazionale

 

Non c’è vergogna, non esiste esibizionismo nel suo monologo mentre ci apre il cassetto di ricordi dolorosi con Stasera sono in vena (vincitore di questa edizione del “Premio Cassino Off”), memoria che scorre potente e ci conduce nella Puglia anni ’80, con quel suo ritmico costante andirivieni di dialetto e ballate, nostalgico come avere sempre gli occhi stretti nelle fotografie che tuo padre ti scattava sempre contro sole…Oscar ce l’ha fatta e ogni sera lo dimostra a se stesso e a tutti quelli che hanno la fortuna di ascoltare le sfumature prodotte da cuore e voce.            Tommaso Chimenti - Il fatto quotidiano

 

… ha suscitato invece un forte effetto-benché già rappresentato in altre sedi- stasera sono in vena di Oscar de summa, in cui l'attore pugliese, attingendo ad una scomoda materia autobiografica, racconta una storia di droga, di spaccio e malavita organizzata. Moltiplicando le voci e i personaggi, lui sfoggia un esuberante estro espressivo: ma l'aspetto più interessante è il passaggio dai toni lievi, spigliati della prima parte alla crudezza della seconda, con uno scarto che fa ancora più male.

Renato Palazzi – Il Sole 24 Ore - luglio 2015

 

Mentre compartecipa fortemente del proprio dramma Stasera sono in vena di Oscar De Summa. Un racconto in prima persona, che inizia urlando il rock più duro, per arrivare a un drammatico ritratto di gioventù di provincia, prigioniera della droga e dei luoghi comuni e violenti. Un racconto bello e significativo, pieno di pathos e di intelligenza.

Gianfranco Capitta - Il Manifesto giugno 2015

CONTACT

US

Success! Message received.

bottom of page